Elogio dell’attesa nell’Era Digitale
Parafrasando il saggio di Belpoliti “L’arte dell’attesa nell’era di Whatsapp”
Nell'era digitale in cui viviamo, l'arte dell'attesa sembra essere scomparsa, surclassata dalla necessità di immediatezza e velocità. Marco Belpoliti, nel suo saggio "L'arte dell'attesa nell'era di WhatsApp", esplora con grande acume il dilemma di una società che ha dimenticato il valore del tempo. Questo è un tema di cruciale importanza per le nuove generazioni, le quali sono nate e cresciute in un mondo in cui la gratificazione istantanea è divenuta la norma.
Il digitale ha radicalmente trasformato il nostro rapporto con il tempo.
Oggi, siamo costantemente alla ricerca dell'istantaneità, dal momento in cui inviamo un messaggio su WhatsApp fino al modo in cui interagiamo con i nostri dispositivi tecnologici. Eppure, tutto intorno a noi è segnato dall'attesa: la crescita, l'apprendimento, l'invecchiamento, tutti processi che richiedono tempo. Eppure, sembriamo esserci dimenticati di come aspettare.
Belpoliti rileva come la competizione sociale e l'accelerazione economica stanno erodendo il nostro rapporto con il tempo. L'attesa è vista come una perdita di tempo, un ostacolo all'efficienza. Eppure, come Belpoliti ci ricorda, ci sono ancora momenti in cui siamo costretti ad aspettare. Questi momenti, tuttavia, sono vissuti con rancore e frustrazione, piuttosto che con pazienza.
Questo è un tema di fondamentale importanza per le nuove generazioni. Viviamo in un mondo sempre più rapido, in cui la velocità è valutata più del contenuto e la pazienza è spesso vista come un difetto piuttosto che come una virtù.
Insegnare ai giovani l'arte dell'attesa non è solo un esercizio filosofico, ma una necessità pratica. Imparare a gestire il proprio tempo, a tollerare l'attesa, a rispettare i ritmi della vita è essenziale per vivere in un modo sano e equilibrato. L'educazione al tempo, all'attesa, al ritmo lento può servire come antidoto all'ansia e allo stress che spesso caratterizzano la vita moderna.
"L'arte dell'attesa nell'era di WhatsApp" di Marco Belpoliti è una delle tracce più belle che i giovani maturandi potessero ricevere. Un tema più che mai attuale e necessario per i futuri maturandi, chiamati a confrontarsi con le sfide di un mondo sempre più veloce e esigente.
La domanda che Belpoliti ci pone è tanto semplice quanto profonda: come possiamo riscoprire l'arte dell'attesa in un'era dominata da WhatsApp e da una costante, ossessiva ricerca dell'istantaneità? Il saggio sfida i lettori, in particolare i giovani, a fermarsi un momento, a disconnettersi dalla frenesia della vita digitale, e a riflettere sul valore e sul significato del tempo.
Il concetto di attesa, tuttavia, non deve essere visto come un mero "riempimento" del tempo o come un'esperienza negativa. Al contrario, come Belpoliti sottolinea citando Walter Benjamin: “l'attesa può essere un momento di creatività, un'occasione per coltivare l'esperienza e maturare come individui”. In un mondo sempre più votato alla frenesia, dedicare del tempo all'attesa può essere visto come un atto rivoluzionario, un rifiuto della logica dell'istantaneità e dell'efficienza a tutti i costi.
La sfida, quindi, per le nuove generazioni, è quella di imparare a navigare in questo mondo accelerato senza perdere di vista l'importanza del tempo, senza dimenticare l'arte dell'attesa. Questa non è solo una questione di equilibrio personale, ma ha anche un'importanza sociale più ampia. Se riusciremo a riscoprire il valore del tempo e dell'attesa, potremmo essere in grado di costruire una società più riflessiva, più attenta, più umana.
La scelta di "L'arte dell'attesa nell'era di WhatsApp" come saggio breve per l'esame di maturità 2023 offre un'opportunità unica per i giovani di confrontarsi con queste questioni e di riflettere su come intendono vivere il proprio tempo in un'era di costante accelerazione. Un invito, quindi, a rallentare, a riflettere, a riappropriarsi del tempo e dell'attesa come valori fondamentali della nostra esistenza.
In merito a questo tema suggerisco la visione di questo TedX: https://www.youtube.com/watch?v=J3CaQrg4ON0