Facciamo parlare i dati 📊
È vero che abbassare il limite a 30km riduce gli incidenti con vittime? Chiediamolo ai dati.
E chissà come sarà lui domani
Su quali strade camminerÃ
Cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
Si muoverà e potrà volare
Nuoterà su una stella
Come sei bella
E se è una femmina si chiamerÃ
Futura
Il 16 gennaio 2024, Bologna si è trasformata: limite di 30 km/h su quasi tutte le sue strade. Dati alla mano, sei mesi dopo, ecco cosa è cambiato: incidenti stradali giù dell'11%, feriti ridotti del 10%, incidenti gravi calati del 38%, e morti diminuiti del 33%, un minimo storico. E non finisce qui: traffico ridotto del 3%, inquinamento da traffico tagliato del 23% e un boom del bike sharing con un aumento del 92%.
Basterebbe questo per far correre i sindaci, gli assessori, il parroco e il comandante dei vigili urbani di tutte le altre città a intraprendere lo stesso provvedimento.
Ma non in Italia, qui preferiamo i dietrologismi. Il report "LUSTRE - Lower Urban Speed Limits in Europe" del maggio 2023 conferma questa scelta portando ulteriori dati comparabili da diverse città europee. Nel Regno Unito, la riduzione degli incidenti con vittime è stata del 23%.
Questo provvedimento basta? È sufficiente? Certo che no!
I dati infatti ci dicono anche che il calo osservato è stato solo dell'11% senza l'installazione di dispositivi accessori come dossi rallentatori, mentre è salito al 40% con tali interventi.
L'efficacia dei limiti quindi aumenta significativamente quando accompagnati da modifiche stradali che forzano una riduzione della velocità , come l'installazione di rilevatori di velocità o l'ampliamento delle piste ciclabili.
In altre parole servono politiche informate, guidate dai dati, data-driven dicono quelliu bravi, e in questo modo è possibile cambiare il paradigma, rivoluzionare la vita urbana e in modo concreto sicurezza e qualità dell'ambiente.
Con risultati così chiari e evidenti, la domanda sorge spontanea: perché altre città non seguono l'esempio di Bologna?