Sono finiti i tempi in cui il digitale era un martello usato per mettere un chiodo nel muro. Quello era il passato. Eppure oggi in tanti continuano a martellare così forte che il muro è pieno di crepe e rischia di crollare.
Senza dubbio il digitale ha una natura strumentale, in pratica ci serve per fare cose, così come Internet negli anni ‘60 fu inventata per scopi militari come mezzo per vincere la guerra fredda. Le meravigliose utopie di un’umanità connessa, per quanto affascinanti e seducenti, non sarebbero mai state in grado di dare la fortissima spinta propulsiva al progresso industriale del settore informatico.
Tuttavia è innegabile che da mero strumento oggi il digitale è anche qualcos’altro. Soprattutto qualcos’altro, che va oltre i dispositivi tecnologici, le App, i software che ormai gestiscono ogni processo umano.
Il digitale/martello ha contribuito a realizzare un digitale/ambiente, uno spazio immateriale creato attraverso l’uso del linguaggio informatico e reso accessibile da dispositivi elettronici e digitali.
Il digitale diventa una dimensione dell’esistenza in cui viviamo relazioni sociali ed attività economiche, una dimensione immateriale. La dimensione immateriale è diventata la principale interfaccia utente nelle relazioni socio-economiche celle persone, qualunque cosa facciamo. Non ci sono più i vincoli della dimensione reale, ma bisogna apprendere delle nuove regole, delle nuove dinamiche, non si può immaginare di giocare con quelle del passato.
Per fare tutto questo è necessario investire sul Capitale Umano. Sulle persone prima che sulle tecnologie. Su chi deve governare la transizione digitale e non sugli strumenti abilitanti.
(Pensiero del 6 novembre 2021)
Sogno un paese in cui gli amministratori pubblici la smettono di parlare (a vanvera) di digitalizzazione e iniziano a pubblicare sul proprio sito web - in maniera chiara, trasparente e aggiornata - il rendiconto delle loro attività, come spendono i nostri soldi e che relazioni intrattengono con società private, professionisti e cooperative sociali.
(Mia figlia mi insegna a vivere)
Papà io cresco e tu compri, questa è la vita!
#Southworking: ovvero il bello di lavorare al Sud!