Incontri, convegni, interviste ai politici tutti concordi nel ritenere il digitale la nostra grande imperdibile opportunità. Un susseguirsi di fiumi di parole e sorrisi oramai stucchevoli e, per certi versi, anche deleteri.
Sì, perché dobbiamo smetterla di raccontarci la storiella del digitale come opportunità, come se fosse (ancora?) un qualcosa di futuribile, una condizioni in divenire, che farà, ci consentirà, ci darà... domani, un giorno, prima o poi, chissà.
Il tempo del racconto è passato già da un bel pezzo, oggi è il tempo di fare tutti quei passaggi realmente necessari per rendere il nostro paese davvero innovativo, digitalizzato, veloce, flessibile e reattivo.
Come? Risolvendo quei problemi che non ci permettono di introdurre stabilmente ed efficacemente il digitale nella nostra vita di tutti i giorni.
Regole chiare e uguali per tutti. Pubblica amministrazione competente, innovativa e formata adeguatamente. Utilizzo efficace e sostenibile dei dati. In altre parole si tratta di cambiare il paradigma culturale dominante andando a scardinare caste e blocchi di potere.
Fin quando ci porteremo dietro incongruenze e fragilità, lasciando irrisolti i problemi, il digitale rimarrà solo una mera opportunità, mancata, e continueremo a sentire annunci, campagne elettorali, piani e programmi che falliranno come hanno fallito tutti quelli che abbiamo ascoltato negli ultimi vent'anni.
Con gli amici di Fare Digitale abbiamo deciso di diluire - non semplificare - questo contesto complesso attraverso un Manifesto di 15 punti, una bussola per orientarci nell’impetuoso mare della digitalizzazione, una mappa con dei chiari punti di riferimento che ci possa aiutare a cogliere le opportunità (quelle vere) e a intercettare le dinamiche migliori della trasformazione digitale.