Il ruolo dell'innovazione
La tecnologia da sempre è al servizio dell'uomo, non dimentichiamolo.
Più o meno fino al 1876 - anno in cui Alexander Graham Bell ottenne il brevetto per il telefono elettrico - la quasi totalità delle discussioni complesse poteva avvenire solo di persona. Anche se oggi la cosa può sembrare strana, per circa 160.000 anni (cioè da quando eravamo esseri sgraziati e pelosi nel paleolitico superiore) l’unica forma di comunicazione in tempo reale è stata quella de visu.
Se qualcuno voleva invitare un amico a cena doveva calcolare bene quanto tempo prima era necessario avvisarlo. Per esempio se l’amico viveva in una città distante 1 giorno di viaggio a cavallo, bisogna inviare un messaggero almeno 3 giorni prima: 1 giorno di viaggio del messaggero, 1 giorno di ritorno del messaggero con la notizia dell’invito accettato e 1 giorno di viaggio dell’amico.
E noi che oggi se non vediamo immediatamente le spunte blu su whtasapp andiamo in panico…
Ma torniamo a noi. Il tempo e i ritmi della comunicazione scandivano il modo in cui le persone vivevano, lavoravano, si relazionavano tra loro (la presenza dell’orologio sulla torre del campanile fu un’altra grande innovazione che andrebbe certamente approfondita). Se da un lato la modalità asincrona di comunicare imponeva una determinata socialità, dall’altra parte era la causa di proliferazione di comportamenti pericolosi o quantomeno sconvenienti.
Pensiamo per esempio alla necessità di cure mediche immediate. Fino all’età moderna pochissimi custodivano le più avanzate competenze e conoscenze mediche, e costoro vivevano per la maggior parte nelle poche grandi città. Ciò comportava che nei piccoli centri o in campagna non c’erano medici e cerusici; quando qualcuno aveva bisogno di un consulto medico o mandava il solito messaggero che richiedeva i soliti giorni di viaggio oppure ci si affidava a vecchi saggi, barbieri e fabbri (esatto fabbri) per tutto ciò che richiedeva trattamenti medici urgenti.
Il telefono - antenato della telemedicina e degli incredibili progressi che sta avendo la e-Health - iniziò a incrinare questa struttura monolitica. Le informazioni iniziarono a viaggiare più velocelemente. Un sintomo sconosciuto a New York poteva essere confrontato con un altro sintomo simile riscontrato qualche giorno prima a Londra.
Non vi sto dicendo niente di nuovo, immagino, se non che il progresso tecnologico è meraviglioso. Ciò su cui voglio però soffermare la nostra attenzione è sui risvolti sociali di queste innovazioni tecnologiche: il telefono e ora il digitale non sono solo meravigliosi strumenti tecnologici, sono soprattutto abilitatori di progresso sociale, economico e culturale.
Comunicare a distanza in tempo reale è stata per esempio la leva che ha portato alla creazione dei vigili del fuoco come li conosciamo noi oggi, un piccolo gruppo di persone esperte nello spegnimento di incendi al servizio di un territorio vasto velocemente raggiungibile. Nel mondo pre-telefono era impensabile mantenere un corpo di vigili del fuoco al di fuori delle grandi città.
Allo stesso modo i progressi tecnologici in ambito digitale che ogni giorno celebriamo per assurgere al ruolo di vera innovazione devono riversare i loro benefici sulla società.
Un nuovo portale web, un’app o qualsiasi servizio digitale per poter avere il certificato di innovazione digitale devono creare valore per i singoli e per la collettività.
Si tratta di un passaggio fondamentale per gestire la transizione digitale in corso e orientare i cospicui finanziamenti che stanno interessando tutti i settori. Governare oggi i processi innovativi è la chiave per creare una società più giusta, prospera e sostenibile nei prossimi cinquant’anni. E dobbiamo capirlo ed esserne pienamente consapevoli.
Non è vera innovazione digitale se non è anche (e soprattutto) innovazione sociale.