La disabilità stimola l'innovazione
Ti piace ascoltare audiolibri? Devi ringraziare le persone non vedenti.
La storia della nascita dell’audiolibro è raccontata magistralmente nel libro “The Untold Story of the Talking Book” di Matthew Rubery, l’ex direttore dell’American Foundation for the Blind. I primi audiolibri furono realizzati negli anni ‘30 negli Stati Uniti con il nome di “Talking Books” come alternativa al sistema di scrittura Braille, in pratica si trattava del primo esempio di tecnologia sviluppata per le persone con disabilità che poi avrebbe giocato un ruolo chiave nei processi innovativi.
All'epoca il 10-20% circa degli americani era cieco, una percentuale consistente che comprendeva i soldati che avevano perso la vista durante la prima guerra mondiale a causa dei proiettili d’artiglieria, dalla pressione generata dalle esplosioni e dalle schegge di metallo e di roccia frantumata dalle granate e dalle bombe a mano. Gli occhi erano una parte del corpo protetta in malo modo, giacché gli elmetti riparavano solo parzialmente quella porzione del viso e gli occhiali protettivi furono forniti sporadicamente e indossati di rado. Infine, anche i gas asfissianti e alcune malattie contribuirono a provocare danni alla vista dei combattenti. La cecità era un problema sociale predominante, così il governo degli Stati Uniti decise di finanziare i Talking Books e di distribuirli nelle biblioteche pubbliche.
Il successo degli audiolibri fu subito evidente e molti utenti addirittura hackerarono i loro giradischi per velocizzare i Talking Books e diminuire il tempo di ascolto. Ciò stimolò la produzione di audiolibri più lunghi prima ritenuti troppo noiosi. Quindi se oggi amiamo la funzione che ci permette di ascoltare il nostro podcast preferito a doppia velocità dobbiamo ringraziare i veterani di guerra ipovedenti.
Un altro evidente aneddoto di quanto la disabilità sia un incredibile acceleratore d’innovazione.
La disabilità guida l'innovazione. È innegabile!
Quasi sempre quando qualcosa è veramente interessante per le persone con disabilità dopo poco diventa anche di uso comune rendendo la vita migliorea tutti.
A dirlo è Joshua Miele, designer ipovedente di tecnologia adattiva che da poco ha ricevuto l’onoreficenza di "genio" della MacArthur Foundation.
Gli audiolibri però non sono l’unica tecnologia derivante da necessità stimolate da disabilità. Per esempio l'inventore e informatico Ray Kurzweil ha sviluppato diverse tecnologie, inclusi i precursori del software di sintesi vocale Siri e la ricognizione ottica automatica per la National Federation of the Blind Reader. Anche gli apparecchi acustici da supporto medico sono stati anche uno dei primi test commerciali da cui poi è scaturito lo sviluppo dei chip dei computer.
Tutto questo ai tempi della digitalizzazione è ancora più evidente. Digitale e disabilità sono un binomio inscindibile, soprattutto se pensiamo a disabilità di tipo motorio e sensoriale. Ausili e tecnologie assistive senza dubbio stanno assumendo sempre più un ruolo determinante nel miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità e come abbiamo visto di conseguenza ne gioverà l’intera collettività.
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Per scrivere questo articolo sono stato ispirato da ‘Disability Drives Innovation’ pubblicato sul NYTimes.