Vi racconto una storia che non mi procurerà molti amici. Vorrei raccontarne un'altra, ma è andata esattamente così.
Con molto piacere mercoledì 9 novembre sono stato invitato dall’Associazione Civita a discutere di digitale, valorizzazione culturale e ricadute occupazionali nella meravigliosa sala Auditorium del Museo archeologico di Napoli.
Poiché ci mancavo da troppo tempo ho pensato: perché non approfittare anche per una visita al museo?
Il giorno prima quindi guardo il sito, navigo tra le sezioni, prendo nota delle mostre, ma poiché ho solo poco tempo prima dell’inizio della conferenza decido di puntare tutto sulla sezione egizia. Arrivo con un'ora di anticipo, ma con mia grande sorpresa - e fortissimo disappunto - la sezione era chiusa.
Disorientato, come tanti altri turisti molti stranieri, cerco di capire il perché: manca il personale per tenere aperte tutte le sale. Ogni mattina è un terno al lotto (testuali parole di uno dei pochi custodi presenti). Mercoledì 9 novembre la chiusura toccava alla sala egizia e villa dei Papiri.
Ma come? App, siti web, videogiochi, social, tutta sta potenza di fuoco per farmi alzare il culo e venire nei musei... e poi trovo le sale chiuse perché il personale ha preso un giorno di ferie?
Sapite dottò, hanno visto a mala jurnata e non sono venuti (NDR. con queste parole il simpatico custode mi ha ricordato che la giornata di forte pioggia non aveva invogliato i dipendenti a recarsi sul luogo di lavoro).
Vabbè peggio per i turisti che non torneranno più, io fortunatamente posso tornare quando voglio. Scappo all'incontro, molto interessante, tanti spunti e il digitale di qua e il digitale di là.
Ok penso, ma intanto la sala egizia è chiusa.
Terminato l'incontro mi tocca ritornare a lavorare, ho vari appuntamenti che mi aspettano e come in tutte le città europee vado a prendere la metro. Biglietto digitale, QRcode ai tornelli, corsa per le scale mobili, ma putroppo perdo la metro per un soffio... la prossima corsa dopo 14 minuti.
14 minuti? A Parigi nello stesso tempo ne passano 7, forse pure 8. QUATTORDICIMINUTI e che cà!
La surreale giornata mi ha fatto tornare alla mente un vecchio proverbio che mi ripeteva sempre mia nonna da bambino:
"è gghiuta 'a carta 'e musica 'mmano 'e barbiere, e 'a lanterna 'mmano 'e cecate".
Negli ultimi mesi siamo inonndati dalla retorica della digitalizzazione e dei prossimi fondi che arriveranno con il PNRR, ma a me tutto questo fa venire i brividi. Siamo sicuri che saremo in grado di sfruttare bene l’ultima occasione che ci resta? Abbiamo le competenze e la serietà o sarà la più grande rapina legalizzata perpetrata ai danni delle future generazioni?
Sogno un paese in cui gli amministratori pubblici la smettono di parlare (spesso a vanvera) di trasformazione digitale e iniziano a pubblicare sul proprio sito web - in maniera chiara, trasparente e aggiornata - il rendiconto delle loro attività, come spendono i nostri soldi e che relazioni intrattengono con società private, professionisti e cooperative sociali.
Con la scusa della digitalizzazione ci stanno abboffando di chiacchiere in quantità e basta davvero pochissimo a trasformare una meraviglisoa favola in un incubo spaventoso.