L'Intelligenza Artificiale eliminerà i lavori inutili?
Libera traduzione in italiano dell'articolo "Will A.I. Kill Meaningless Jobs?" del The New York Times del 3 agosto 2024
Libera traduzione in italiano dell'articolo "Will A.I. Kill Meaningless Jobs?" del The New York Times del 3 agosto 2024.
Quando Brad Wang ha iniziato a lavorare nell'industria tecnologica, appena termianta l'università, si è subito meravigliato del modo in cui le aziende della Silicon Valley avevano trasformato la monotonia del tradizionale posto di lavoro in una sorta di parco giochi fatta da tavoli da ping pong, capsule per il pisolino e sentieri verdeggianti. Dovevano sentirsi nello stesso modo gli ospiti che partecipavano a una festa adel Grande Gatsby, pensava Wang.
Ma avvertiva che sotto l’apparenza c'era un grande vuoto. Passato da un ruolo all'altro, Wang ha lavorato su molti progetti che riteneva insignificanti. Per esempio quando in Google ha lavorato per 15 mesi a un progetto che i vertici hanno deciso di portare avanti pur sapendo che non sarebbe mai stata lanciata. Ha poi trascorso più di un anno a Facebook su un prodotto il cui cliente principale, a un certo punto, ha deciso che non fosse più utile.
Con il tempo questo girare a vuoto è iniziato a diventare pesante: “È come fare una torta che sai che verrà buttata direttamente nel cestino.”
Non dobbiamo meravigliarci: c’è una lunga tradizione nel mondo aziendale di preoccuparsi esclusivamente di timbrare il cartellino per poi domandarsi: “Che senso ha?”
Durante la pandemia, decine di migliaia di persone hanno aderito alla pagina subreddit r/antiwork per condividere battute sul rifiutarsi di fare lavori alienanti. Negli anni '90, il film Office Space ha parodiato la monotonia della vita aziendale, popolarizzando il sentimento: “Non è che sono pigro, è solo che non mi interessa.” Molto tempo prima, 'Bartleby, lo scrivano' di Herman Melville raccontava di un impiegato di studio legale — il primo quiet quitter — che rispondeva a ogni richiesta del suo capo con un “preferirei di no!”.
La burocrazia e i processi ingessati possono rendere pesanti anche i lavori che possono apparire interessantiu, quelli con stipendi decenti, grandi benefici, in uffici confortevoli.
Nel 2013, l'antropologo David Graeber ha introdotto un nuovo modo di vedere questi problemi nel suo saggio On the Phenomenon of Bullshit Jobs. Un attacco al sistema capitalista, in cui viene confutata l'idea di John Maynard Keynes di lavorare solo 15 ore a settimana, la quale non si è mai avverata perché abbiamo creato milioni di lavori inutili. Persino chi fa questi lavori spesso non riesce a trovare una ragione valida per cui lo fa. Gli economisti olandesi Robert Dur e Max van Lent hanno scoperto che un quarto dei lavoratori nei paesi ricchi pensa che il proprio lavoro possa essere inutile.
Se il lavoro non piace e non valore alla società, perché dovremmo continuare a fare questi lavori?
L'avanzare dell'intelligenza artificiale aumenta le preoccupazioni per i posti di lavoro. Goldman Sachs stima che l’AI potrebbe sostituire circa 300 milioni di lavoratori a tempo pieno nel mondo, specialmente tra i cosiddetti colletti bianchi.
Quando pensiamo a come il lavoro nel futuro si evolverà con la tecnologia vediamo due alternative:
il progresso tecnologico aiuterà le aziende a lavorare meglio
il progresso tecnologico farà sì che le persone perderanno il lavoro.
Ma c'è anche un'altra possibilità: l'intelligenza artificiale può eliminare i lavori ripetitivi e pericolosi che che nessuno vuole fare. Se si avverasse uno scenario del genere, forse questi lavoratori starebbero meglio?
Folletti, scagnozzi e spuntatori
Il modo in cui i ricercatori parlano dell'AI può sembrare quello di un responsabile delle risorse umane che valuta uno stagista estivo: può fare grandi cose, ma poi lo mette a fare le fotocopie! L'AI può fare davvero tanto – può imitare Shakespeare, correggere errori nei codici, inviare e leggere e-mail – anche se non è chiaro fino a dove potrà arrivare o quali saranno le conseguenze.
I robot sono molto bravi a riconoscere schemi, il che significa che sono ottimi nell'applicare la stessa soluzione a un problema che ripete numerose volte nello stesso modo: producono testi, revisionano documenti legali, traducono lingue diverse. Quando le persone fanno lo stesso lavoro all'infinito, possono distrarsi e commettere errori. I bot, invece, non provano noia.
Questi compiti si sovrappongono spesso con alcune delle categorie di lavori inutili descritte da Graeber. Lui ha identificato varie categorie di lavoro inutile:
i folletti, che sono pagati per far sembrare le persone ricche e importanti ancora più ricche e importanti
gli scagnozzi, che occupano posti di lavoro creati solo perché le aziende concorrenti hanno ruoli simili
gli spuntatori, che svolgono compiti che appaiono utili solo per riempire degli spazi o per rispettare delle procedure, senza un vero valore aggiunto.
Alcuni economisti hanno cercato di rendere più chiara questa categorizzazione, parlando di lavori che i lavoratori stessi trovano inutili e che producono risultati che potrebbero scomparire domani senza alcun effetto reale sul mondo.
Un chiaro esempio di categoria che l'automazione può sostituire è quella degli assistenti, in senso lato.
IBM permette di creare assistenti AI personalizzati. Su Gmail, non è più necessario scrivere manualmente le risposte, perché ci sono opzioni automatiche come "sì, per me va bene". L'AI può gestire compiti personali: la startup Duckbill usa una combinazione di AI e assistenti umani per completare attività come restituire acquisti o comprare regali, che in passato venivano gestite dalle receptionist.
In pratica, l'AI ha già preso piede nel lavoro amministrativo. Questo è stato chiaro per Kelly Eden, una scrittrice di 45 anni che, per anni, ha integrato il suo lavoro di redattrice con compiti amministrativi, come scrivere e-mail per uomini d'affari. Uno dei suoi clienti, un produttore di cioccolato, le pagava 50 centesimi per parola per redigere le sue e-mail. Quest'anno, però, il cliente ha deciso di usare ChatGPT. Kelly ha capito che doveva trovare un piano di riserva.
Anche il telemarketing, un altro settore che l'AI sta influenzando, rientra tra i lavori descritti come inutili da Graeber, perché spesso si vendono prodotti che i clienti non vogliono o non hanno bisogno. I chatbot sono adatti a questo lavoro, poiché non si preoccupano della soddisfazione del cliente o della qualità del compito. Alcuni call center, come quello di AT&T, usano già l'AI per programmare le chiamate dei rappresentanti.
Anche chi lavora nel settore dello sviluppo software è a rischio. Lo ricordate Wang che scriveva codice che non veniva mai usato? A suo avviso, l'unico scopo di quel lavoro era aiutare i suoi superiori a ottenere promozioni e Wang sa che gran parte di questo lavoro potrebbe essere presto automatizzato.
Se questi lavori hanno un senso o meno, offrono comunque stipendi stabili. Molti dei lavori che l'AI potrebbe sostituire hanno tradizionalmente fornito opportunità e formazione a chi ne aveva bisogno, aiutando nella mobilità sociale: paralegali, segretarie, assistenti. Gli economisti temono che, con la scomparsa di questi lavori, quelli che li sostituiranno potrebbero avere salari più bassi, meno opportunità di carriera e, forse, meno significato.
Una crisi d'identità
È difficile immaginare come sarà il mercato del lavoro quando l'intelligenza artificiale evolverà ancora di più e cambierà gl iequilibri del mercato del lavoro e l'economia. Tuttavia, i lavoratori che perderanno i loro posti inutili a causa dell'AI potrebbero trovare nuovi ruoli che nascono proprio grazie all'automazione.
Questa è una storia antica: la tecnologia ha sempre compensato la perdita di posti di lavoro creando nuove opportunità. Le automobili hanno sostituito le carrozze trainate da cavalli, creando posti di lavoro non solo nelle fabbriche, ma anche nelle vendite e nelle stazioni di servizio. L'informatica ha eliminato circa 3,5 milioni di posti di lavoro, ma ha creato una vasta industria e molte altre opportunità che non avremmo potuto prevedere un secolo fa, dimostrando perché la previsione di Keynes nel 1930 di una settimana lavorativa di 15 ore sembra così irrealizzabile.
Kevin Kelly, cofondatore di Wired e autore di libri sulla tecnologia, è ottimista riguardo all'impatto dell'IA sui lavori senza senso. Crede che i lavoratori inizieranno a cambiare idea su cosa costituisca un buon lavoro.
Kelly ha descritto un ciclo psicologico dell'automazione del lavoro:
"Un robot/computer non può fare quello che faccio io".
"Ok, può fare tutto quello che faccio io, ma ha bisogno di me quando si rompe, il che succede spesso".
"Questo era un lavoro che nessun umano era destinato a fare, ma io?". Il lavoratore trova così un'attività più stimolante, completando il ciclo
"Sono felice che un robot non possa fare quello che faccio io".
È demoralizzante scoprire che il proprio lavoro può essere sostituito dalla tecnologia. Questo può far sembrare il lavoro ancora più inutile e spingere le persone a riflettere su cosa desiderano davvero dal loro lavoro, cercando attività più stimolanti.
"Potrebbe far sembrare certe cose più insignificanti di quanto non fossero prima," ha detto Kelly. "Questo spinge le persone a chiedersi: 'Perché sono qui? Cosa sto facendo?'."
La crisi di identità che l'AI sta creando è una cosa positiva.
Alcuni studiosi pensano che le crisi provocate dall'automazione possano indirizzare le persone verso lavori di maggior valore sociale. Lo storico olandese Rutger Bregman ha avviato un movimento di "ambizione morale" nei Paesi Bassi. Gruppi di lavoratori con lavori cosiddetti inutili si incontrano per incoraggiarsi a cercare occupazioni più significative. Esiste anche una borsa di studio per 24 persone con ambizioni morali, che le supporta nel passaggio a lavori focalizzati sulla lotta contro il tabacco o sulla promozione di carni sostenibili.
"Non iniziamo chiedendo: 'Qual è la tua passione?'", ha detto Bregman riguardo al suo movimento. "Gandalf non ha chiesto a Frodo 'Qual è la tua passione?'. Ha detto: 'Questo è ciò che deve essere fatto'."
Nel contesto dell'Intelligenza Artificiale, ciò che deve essere fatto sarà probabilmente più orientato alla supervisione, almeno per ora. David Autor, economista del M.I.T. che studia tecnologia e lavoro, prevede che i lavori automatizzati avranno bisogno di babysitter AI. Le aziende assumeranno umani per modificare il lavoro dell'AI, che si tratti di revisioni legali o di marketing, e per controllare gli errori dell'AI. In alcuni casi, come nella radiologia, l'AI gestirà compiti ripetitivi mentre gli esseri umani affronteranno quelli più complessi e variabili.
Tuttavia, spesso gli esseri umani finiranno per controllare errori in un grande volume di contenuti prodotti dall'AI. Questo allevierà il senso di inutilità? Supervisionare il lavoro dell'AI potrebbe risultare noioso, come ha detto Autor: "Se l'AI fa il lavoro e le persone fanno da babysitter all'AI, si annoieranno a morte."
Autor aggiunge che i lavori più a rischio di essere sostituiti dall'AI sono quelli che richiedono empatia e interazione umana. Le macchine non si logorano fingendo empatia e possono gestire un numero infinito di clienti.
I nuovi ruoli creati per gli esseri umani potrebbero perdere sia le difficoltà emotive che la gioia derivante dall'interazione umana. La sociologa Allison Pugh ha studiato come la tecnologia ha influenzato professioni empatiche come la terapia e ha concluso che il "lavoro connettivo" è stato degradato dalla tecnologia. Ad esempio, i commessi dei negozi si accorgono che con l'arrivo delle casse automatiche hanno perso la possibilità di avere conversazioni piacevoli con i clienti e ora affrontano clienti frustrati. Pugh teme che i nuovi lavori creati dall'AI saranno ancora più insignificanti di quelli attuali.
Anche i sostenitori della tecnologia, come Kelly, ammettono che i lavori inutili sono inevitabili. Dopo tutto, secondo Graeber, l’insignificanza è soggettiva e dipende dalla percezione del lavoratore.
Ho sempre pensato che l'Intelligenza Artificiale, soprattutto applicata alla robotica non porti niente di buono nelle nostre vite. Licenziamenti in massa, lavoro sottopagato e tutto il peggio che si può immaginare. È solo questione di tempo.