Quante banane riesci a mangiare?
C’è questa frase che gira in rete da molto tempo, da alcuni attribuita al sociologo e politologo brasiliano di origine libanese Emir Simão Sader che mi ha sempre affascinato:
Se una scimmia accumulasse più banane di quante ne può mangiare, mentre la maggioranza delle altre scimmie muore di fame, gli scienziati studierebbero quella scimmia per scoprire cosa le stia succedendo. Quando a farlo sono gli uomini, li mettiamo sulla copertina di Forbes.
Attenzione ho usato il termine affascinato, ma non ho detto che sono completamente d’accordo oppure che odio il capitalismo con conseguente stravolgimento dell’intero sistema economico attuale. Seppur pieno di difetti. Ho usato il termine affascinato perché mi cattura e mi fa pensare, anzi di più, ogni volta che leggo questa frase non posso fare a meno di interrogarmi a fondo su alcuni concetti che vorrei condividere in questo post.
Accumulare (ant. accumolare) v. tr. [dal lat. accumulare, der. di cumŭlus «cumulo»] (io accùmulo, ecc.)
Prendiamo Jeff Bezos, al momento accreditato come la persona più ricca al mondo con un patrimonio personale di circa 133 miliardi di dollari. Avete presente 133000000000 di dollari? Circa il prodotto interno lordo della Grecia comprese le sue 6mila isole. Indubbiamente tanti, ma non è questo che mi fa pensare o che mi turba. Ciò che mi chiedo è: cosa spinge una persona ad accumulare una ricchezza così smisurata? Accumulare e possedere? Lavorare per accumulare e quindi possedere?Quantomeno bizzarro nell’era della dematerializzazione digitale e della condivisione.
Immagina di essere un grande appassionato di auto, sei ossessionato dalle auto. Lavori tantissimo e con fatica e merito ti puoi permettere l’auto dei tuoi sogni. Poi lavori ancora di più e meglio e così puoi permetterti anche la seconda e la terza auto dei tuoi. Arrivi al punto da voler diventare colui che possiede tutte le più belle auto del mondo, quindi lavori e acquisti migliaia e migliaia di splendide auto. Ci sei? Tu sei quello che si affaccia dalla sua villa dei sogni con il parco auto più grande di sempre con tutte le automobili più strepitose mai esistite. Ok, bene. Cosa ti spinge a volere anche tutte le Duna color ruggine del 1987 possedendo già tutte le altre?
"Chi più ha più vuole" il proverbio trae origine dalle parole di Seneca che, all'interno del "epistulae morales" si esprime così: "Qui multum habet, plus cupit", cioè chi ha molto, desidera di più (grazie a Raffaella Vitale per avermi suggerito la citazione e la riflessione).
Capitalismo s. m. [der. di capitale3, sull’esempio del fr. capitalisme]
Nell’accezione comune, sistema economico in cui il capitale è di proprietà privata (sinonimo di ‘economia d’iniziativa privata’ o ‘economia di libero mercato’). Nell’accezione originaria, formulata con intento fortemente critico da pensatori socialisti e poi sviluppata nelle teorie marxiste, sistema economico caratterizzato dall’ampia accumulazione di capitale e dalla scissione di proprietà privata e mezzi di produzione dal lavoro, che è ridotto a lavoro salariato, sfruttato per ricavarne profitto. Ecco. Sia messo agli atti che la mia non è una critica al capitalismo tout cour, tuttavia penso che da Marx ad oggi qualche passo in avanti lo abbiamo fatto e se non lo abbiamo fatto dovremmo farlo.
Quindi la riflessione che faccio pensando al capitalismo è: riusciamo a immaginare una tipologia di società evoluta, libera, civile, felice, soddisfatta che non metta al centro di tutto l’accumulo di capitale, ma che utilizzi il capitale solo come strumento di benessere della collettività? Per dirla ancora in termini crudi: quanto sarebbe bello una società che progredisce perché gli individui credono sia la cosa giusta da fare e non perché è il modo più veloce per diventare ricchi? Lo so. Siamo tra l’utopia e la fantascienza, ma sarebbe bello lo stesso.
condividere condivìdere v. tr. [comp. di con- e dividere] (coniug. come dividere)
La storiella sulla scimmia e le banane oltre all’accumulo mi porta sempre a ragionare su un altro concetto: la condivisione, che non è in contrapposizione al possesso, ma che comunque è un fenomeno predominante nella società digitale contemporanea e che in qualche modo a modificare anche il nostro rapporto con le cose. Ad oggi è possibile vivere una vita agiata, confortevole, felice senza avere la necessità di possedere nulla. Non parlo dei beni primari, la casa, i vestiti, ma a tutto ciò che ci permette di vivere una vita piena e soddisfacente: una volta acquistavamo i film in videocassetta, oggi abbiamo i servizi streaming; il possesso del libro cartaceo si affianca al servizio Kindle Unlimited che permette di leggere migliaia di libri senza doverne possedere neanche uno. E la lista di esempi potrebbe essere lunghissima.
Tutto questo ovviamente mi riporta all’interrogativo iniziale: cosa spinge le persone ad accumulare una ricchezza sterminata generando un surplus di cui non potranno godere mai?
Sono alla spasmodica ricerca di risposte, dimmi la tua!