“Un paese avrà raggiunto il suo massimo grado di civiltà quando le partite si terranno senza arbitri.” (José Luis Coll)
Finale dei mondiali di calcio. Minuto settantanove. Partita combattuta ma ancora in perfetto equilibrio. Esteban Morales, genio e sregolatezza dell’invincibile nazionale venezuelana che da anni detta legge in tutte le competizioni, salta due avversari e con un incredibile colpo di tacco fa partire un pallonetto che libera il bomber Luisito Verra davanti la porta. Il capocannoniere dell’ultima Coppa America, come ha già fatto innumerevoli volte nella sua lunga carriera, stoppa la palla di petto e fa partire un tiro che si insacca forte e preciso all’incrocio dei pali.
Nessuna esultanza segue il tiro. Nello stadio scende il silenzio. Ormai sono tutti abituati ad aspettare due secondi e poi guardare il led luminoso se esplode in mille colori oppure se emette una luce scura simbolo di gol non valido. Niente. Cala il nero sul campo e risuona il Ta DA DA DAA di Beethoven a indicare che il gol non è valido. Verra aveva il lobo dell’orecchio 2,3 millesimi di millimetri oltre il polpaccio sinistro del forte difensore Kalotciuck della nazionale della Lettonia. Fuorigioco. Gol annullato dall’AIrbitro dell’incontro.
Ok, mi sono divertito, la smetto!
In questo scenario surreale da futuro distopico, non è un arbitro umano a prendere la decisione cruciale, ma un modello avanzato di intelligenza artificiale (AI). Tuttavia questa potrebbe non essere una semplice fantasia, ma una realtà potenziale che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui vediamo e viviamo il calcio.
Ventidue gambe hanno loro; ventidue gambe abbiamo noi; il pallone è rotondo; la porta quadrata; l’arbitro è cornuto.
(Oronzo Canà nel film L’allenatore nel pallone)
L'AI è già una presenza nel mondo dello sport, con tecnologie come il VAR (Video Assistant Referee) e la Gol Line Technology che utilizzano algoritmi avanzati per assistere gli arbitri nelle decisioni. Tuttavia, esperti come Aldo Comi, CEO di Soccerment, credono fortemente che l'AI potrebbe non solo assistere, ma effettivamente sostituire gli arbitri umani entro i prossimi 20-30 anni.
L'uso dell'AI nell'arbitraggio offre numerosi vantaggi, tra cui una maggiore oggettività e precisione nelle decisioni, contribuendo a ridurre significativamente le controversie e migliorare l'integrità del gioco. D’altra parte, c'è il rischio di come far fronte agli eventuali errori e alla possibilità di manipolazione dei dati, che potrebbero in qualche modo compromettere l'equità del gioco.
Siamo quindi quasi arrivati a quel punto in cui l'AI ha davvero il potenziale per rivoluzionare l'arbitraggio nel calcio e nello sport in generale, ma è essenziale affrontare le sfide e le implicazioni etiche per garantire un'implementazione efficace e responsabile. Chi spiegherà ai giocatori in campo il perché non è rigore? Chi si assumerà la responsabilità di eventuali errori? Con chi ce la prenderemo quando un risultato non ci soddsfa?