Complici le belle giornate estive, mio figlio sta andando spesso a scuola con la sua affezionata maglia dell’Italia vincitrice dell’Europeo 2020. Lo trovi fuori la scuola con gli amici che hanno quella del Barcellona o la canotta NBA dei Boston Celtics. Ovviamente non è un caso, ma un fenomeno molto diffuso tra i giovanissimi, si chiama Bloke Core e fa riferimento ad uno slang inglese ed è proprio nelle subculture calcistiche britanniche che questo trend affonda le proprie radici.
La tendenza ha una sola e semplice regola: indossare una maglia di un club in un contesto completamente diverso da quello di appartenenza.
La crescente collaborazione tra grandi fashion brand e club sportivi nella creazione di maglie da calcio ha contribuito a trasformare questo fenomeno spontaneo in un vero e proprio trend di moda. Ad esempio, le collaborazioni tra brand come Adidas o Nike e designer di alta moda hanno prodotto maglie da calcio che fondono l'estetica sportiva con quella della moda mainstream.
Il marketing non poteva stare a guardare con le mani in mano.
Infatti da un po’ di tempo a questa parte accade che prima di ogni partita i giocatori entrano allo stadio, fanno la rifinitura, rispondono alle domande in conferenza stampa, salire e scendere dall’aereo con capi sempre diversi facendo apparire la cosa più come una sfilata di moda che un evento sportivo.
Addirittura può anche accadere che terminata la partita i giocatori tolgono la maglia con la quale hanno giocato e ne indossano un’altra per mostrare un modello nuovo (come accaduto a Bellingham del Real Madrid alla fine della partita di Champions League con il Napoli).
Attraverso collaborazioni strategiche con il mondo fashion e l'adozione - perché no? - di innovazioni tecnologiche, come la realtà aumentata e virtuale, i club di calcio e le organizzazioni sportive possono creare nuove esperienze di fan engagement e approfondire la connessione tra sport, moda e cultura contemporanea.