La parità digitale di genere
Le sfide da affrontare e vincere per una vera uguaglianza di genere
Ritorno su un argomento a cui tengo tantissimo. Già ne avevo parlato in un precedente post dal titolo “La rivoluzione digitale deve essere donna” e voglio continuare a battere su questo: bisogna aumentare notevolmente la presenza delle donne nel settore tecnologico e digitale.
È una necessità produttiva, ma anche economica e sociale:
produttiva perché abbiamo bisogno di gente in gamba e preparata che digitalizzi il paese
economica perché vari studi hanno visto che un aumento dell’occupazione femminile farebbe da volano all’incremento del PIL
sociale perché le professioni digitali offrono l’opportunità di un miglior equilibrio tra vita privata e professionale, aspetto fondamentale per le donne
Purtroppo ad oggi la percentuale di donne tra i laureati in TIC e ingegneria nell’UE è del 17 % e tra il 2004 e il 2015 è diminuita in 20 Stati membri. Le donne rappresentano il 17% degli 8 milioni di specialisti TIC nell’UE (8 posti di lavoro su 10 vanno agli uomini).
Le discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono quelle che, nell’intero sistema educativo, registrano la segregazione di genere più forte. Nell’ultimo decennio, la percentuale di laureate in discipline STEM nell’UE è scesa dal 23 % al 22 %. Questa divisione di genere si rispecchia nel mercato del lavoro, in cui la percentuale di donne che esercitano professioni STEM (pari al 14 %) è rimasta quasi immutata nel decennio scorso.
Una delle barriere che scoraggiano le donne dal cercare lavoro nel settore TIC è costituita dal predominio maschile nei luoghi di lavoro, circostanza che costringe le donne ad affrontare dure sfide per trovare il proprio posto.
L’uguaglianza di genere deve diventare un elemento strutturale delle future politiche e strategie dell’UE per la gioventù.
Colmare il divario di genere in materia di competenze digitali consentirebbe di superare le strozzature nel mercato del lavoro, migliorare la competitività dell’UE e attenuare le disuguaglianze socioeconomiche.
Le scuole, gli insegnanti e le famiglie svolgono un ruolo chiave nel percorso educativo dei giovani. In Italia in particolar modo, il background dei genitori influenza le scelte educative di genere. Se entrambi i genitori sono in possesso di una laurea, le ragazze sono più propense a scegliere Ingegneria, e le ragazze con almeno un genitore in possesso di una laurea sono più propense a iscriversi e a terminare la laurea in Ingegneria del 4% in più rispetto alle ragazze nella cui famiglia nessuno ha frequentato l’università. Per quanto riguarda i ragazzi, non si riscontrano effetti significativi.
Nonostante un leggero miglioramento nell’inclusione digitale di donne e ragazze, in Italia le differenze di genere sono ancora molto marcate in ogni aspetto del mondo digitale: dall’uso di Internet alle competenze specialistiche e all’occupazione, le donne Italiane sono più arretrate, agli ultimi posti del “Women in Digital Index” in Europa. La causa è principalmente culturale con stereotipi radicati che impediscono alle donne di sviluppare il loro potenziale digitale.
Ad oggi, la maggior parte delle persone ha ancora un pregiudizio comune per il quale la tecnologia è una “cosa da uomini”.
Colmare il divario digitale di genere va nel complesso a beneficio della società e dell’economia, e per le donne è di fondamentale importanza cogliere completamente le opportunità create dal settore informatico e digitale. L’istruzione e la formazione restano gli strumenti più potenti per raggiungere la parità digitale di genere.